STRUMENTI DI DEMOCRAZIA DIRETTA =============================== L\'esercizio della sovranità popolare è un principio sancito dal primo articolo della Costituzione il quale afferma solennemente che "*La sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione*". Una parte di tale sovranità si esercita anche attraverso gli strumenti di democrazia diretta. L'Associazione Giuristi Democratici ha sviluppato talune proposte per rafforzare tali istituti. a) Referendum ammissibilità --------------------------- L'art. 75 recita: *È indetto referendum popolare per deliberare l\'abrogazione, totale o parziale, di una legge o di un atto avente valore di legge, quando lo richiedono cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali*. Non è ammesso il referendum per le leggi tributarie e di bilancio, di amnistia e di indulto di autorizzazione a ratificare trattati internazionali. I casi in cui non è ammesso il referendum abrogativo sono dunque un *numerus clausus*. Questa norma è integrata con altra norma di rango costituzionale, l'art. 2 della Legge costituzionale 11 marzo 1953, n. 1: "2*. - Spetta alla Corte costituzionale giudicare se le richieste di referendum abrogativo presentate a norma dell\'art. 75 della Costituzione siano ammissibili ai sensi del secondo comma dell\'articolo stesso*." La tradizionale giurisprudenza della Corte ha esteso il novero dei controlli ed valorizzato la necessità della permanente funzionalità di organi costituzionalmente necessari: "*ciò che può rilevare, ai fini del giudizio di ammissibilità della richiesta referendaria, è soltanto una valutazione liminare e inevitabilmente limitata del rapporto tra oggetto del quesito e norme costituzionali, al fine di verificare se, nei singoli casi di specie, il venir meno di una determinata disciplina non comporti ex se un pregiudizio totale all\'applicazione di un precetto costituzionale, consistente in una diretta e immediata vulnerazione delle situazioni soggettive o dell\'assetto organizzativo risultanti a livello costituzionale*"[^5]. Ed in tema di referendum elettorali: "*Questa Corte può spingersi soltanto sino a valutare un dato di assoluta oggettività, quale la permanenza di una legislazione elettorale applicabile, a garanzia della stessa sovranità popolare, che esige il rinnovo periodico degli organi rappresentativi*"[^6]. La Corte ha quindi valutato di dover estendere il proprio sindacato alla normativa di risulta, non tanto per verificare la costituzionalità della stessa, quanto per accertare se l'abrogazione referendaria può condurre alla paralisi della funzionalità di un organismo necessario costituzionalmente. In questi casi la Corte ha dichiarato inammissibili i referendum. Vi è però da verificare se la soluzione adottata dalla Corte sia stata quella che ha maggiormente consentito il pieno dispiegarsi della previsione costituzionale dell'art. 75. Concorrono infatti due interessi: da un lato il pieno dispiegarsi della sovranità popolare 'diretta' ed il diritto costituzionalmente garantito alla sottoposizione di una norma al referendum popolare. Dall'altro la necessità di garantire che l'abrogazione della norma non generi una cesura nella funzionalità di un organo. Nella scelta adottata dalla Corte, però, piuttosto che una composizione tra i due interessi si è generato un sacrificio totale del primo, in tutti gli innumerevoli casi in cui il referendum poteva incidere su un precetto costituzionale nel senso sopra esposto. Con il risultato di snaturare completamente l'istituto referendario. È infatti possibile, ma non certo, che attraverso un intervento manipolativo si possa garantire la perdurante funzionalità dell'organo. Inoltre, di fatto, è lasciato alla più completa causalità la possibilità di sottoporre una norma al referendum abrogativo. b) Referendum- Quorum --------------------- Occorre una riforma dell'istituto referendario. Allo stato attuale, perché il referendum sia valido, devono votare più della metà degli aventi diritto. È quindi facile gioco per chi sostiene il NO di turno (a torto o a ragione) appellarsi all'astensione. In questo modo i NO si sommano all'astensione fisiologica (anziani, malati, disinteressati). L'astensione fisiologica, cresciuta negli ultimi anni, ormai è almeno del 20%. Quindi i NO consapevoli si sommano ai NO inconsapevoli e vincono sempre. Ma c'è un'altra distorsione molto preoccupante, di cui nessuno si cura. In questo modo, infatti, l'esercizio del voto non è più garantito di fatto dalla segretezza, ma diventa palese, perché chi si limita soltanto a dichiarare che andrà a votare, implicitamente dichiara che voterà SI'. E' quindi possibile sapere perfettamente chi la pensa in un modo chi in un altro, dunque è possibile controllare il voto e, in taluni contesti, persino condizionarlo. Si tratta di un esito molto grave, cui va posto subito rimedio: la proposta dei G.D. è quella di cambiare il sistema del quorum di validità: il referendum è valido e vincono i SI', qualora rappresentino almeno il 40% degli aventi diritto al voto (e qualora siano più dei NO); a ciò si deve poi aggiungere l'opportunità di escludere dal computo del quorum dei referendum abrogativi gli italiani residenti all'estero. c) Raccolta firme referendum e proposta di legge di iniziativa popolare. ------------------------------------------------------------------------ Affinché gli strumenti di democrazia diretta possano essere realmente efficaci, è necessario che il loro impiego non sia monopolio di organizzazioni che dispongono di fondi consistenti e reti di amministratori autenticatori. La semplificazione e la digitalizzazione delle procedure di sottoscrizione e vidimazione dei quesiti referendari è indispensabile per rendere effettivo il diritto del cittadino all'accesso agli strumenti di democrazia diretta. I GD hanno proposto che le sottoscrizioni per richiedere un referendum o per una iniziativa legislativa popolare, possano essere raccolte in modalità digitale. Tale proposta sembra essere stata attuata di recente. Nell'ottobre 2022 è stato emanato il decreto attuativo relativo al funzionamento della piattaforma di raccolta elettronica delle sottoscrizioni per i referendum e i progetti di legge di iniziativa popolare. d) Italiani all'estero ---------------------- L'esperienza maturata nel corso degli ultimi anni, ci ha convinti senza alcun dubbio della necessità e urgenza di operare una revisione sia del sistema normativo sia delle modalità operative con le quali riconoscere e fare esercitare il diritto di voto ai connazionali residenti all'estero. Abbiamo potuto verificare che spesso il corpo elettorale chiamato ad esprimersi è composto da cittadini emigrati da decenni e che negli elenchi figurano persone già decedute. Si dovrebbe porre rimedio a troppi episodi che nel voto all\'estero hanno contraddetto i principi essenziali di un\'espressione di voto segreto e personale. Troppi episodi verificatisi durante la campagna referendaria del 2016 per la modifica della Costituzione hanno confermato che il voto degli italiani all\'estero non è stato espresso in modo segreto e anzi personaggi conosciuti dall\'opinione pubblica hanno ritenuto di farsi fotografare durante il voto, con evidenti intenzioni di disprezzo dei principi costituzionali e delle leggi. I seggi dovrebbero quindi essere di norma all\'interno delle sedi consolari e degli Istituti di cultura italiana all\'estero, oppure organizzati con tutte le necessarie garanzie in sedi pubbliche degli stati Esteri. Sarà compito dei consolati organizzare i seggi della circoscrizione Estero in modo tale da renderli fisicamente raggiungibili e accessibili nella giornata elettorale a tutti i cittadini iscritti nei propri elenchi elettorali. Inoltre nel conteggio degli aventi diritto ai fini del quorum, si è evidenziata la scarsa affidabilità del numero degli aventi diritto al voto residenti all'estero, con conseguente artificioso e non corretto innalzamento del complessivo quorum di validità della consultazione. Tra le proposte dei Giuristi Democratici vi potrebbe essere l\'iscrizione volontaria del residente all\'estero alla lista elettorale - iscrizione che dovrebbe valere per un certo numero di anni, salvo richiesta di rinnovo. Agendo su questo \"prerequisito\" per poter esprimere il voto, si porrebbero molti meno problemi sulle modalità del voto, che, peraltro, ormai potrebbero essere anche telematiche. Inoltre la richiesta di iscrizione alla lista elettorale testimonierebbe l\'interesse a mantenere un rapporto con la \"Patria\", che in moltissimi casi è venuto meno tra chi si ritrova iscritto solo perchè decenni orsono si è iscritto all\'Aire o solo perchè figlio o figlia di italiano all\'estero che nemmeno ha mai messo piede in Italia.